L’assegno di mantenimento: separazione, figli e calcolo dell’assegno

Nel nostro sistema giuridico il divorzio costituisce un “rimedio” contro le crisi coniugali non più risolvibili e non una punizione contro il coniuge colpevole. Oggi peleremo di quello che accade quando si decide di affrontare un divorzio e di come il giudice decide che uno dei due genitori deve adempire ai suoi doveri in particolare con l‘assegno di mantenimento.

In caso di divorzio il giudice deve stabilire l’affidamento dei figli a uno dei due coniugi, basandosi soltanto sull’interesse morale e materiale del minore e tenendo conto dell’eventuale accordo delle parti, infatti in seguito a una riforma approvata alla fine degli anni Ottanta, è stata introdotta nel nostro ordinamento la possibilità di un affidamento congiunto a entrambi i coniugi o anche un affidamento alternato ( cioè per un certo periodo di tempo alla madre e per un certo periodo di tempo al padre) qualora il tribunale lo ritenga utile nell’interesse del minore, anche in considerazione della loro età.

La potestà nei confronti dei figli minori viene esercitata in modo esclusivo dal genitore affidatario, al quale di regola è riconosciuto anche il diritto di abitazione nella casa familiare.

La sentenza di divorzio inoltre stabilisce le modalità per garantire l’adempimento, da parte del genitore non affidatario, dei doveri di contribuire al mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli e l’esercizio dei suoi diritti nei loro confronti.

L’assegno di mantenimento

Come abbiamo detto prima con la procedura di divorzio, il tribunale può imporre a carico di un coniuge l’obbligo di versare un assegno periodico, cioè una somma di denaro, a favore dell’altro coniuge che non dispone di mezzi adeguati per il sostentamento del figlio.

L’assegno deve essere determinato tenendo conto degli elementi indicati dalla legge ( le più comuni sono le condizioni economiche dei coniugi,i motivi della decisione di divorzio, il contributo personale ed economico di ciascun coniuge alla vita familiare ecc.) e in proporzione ai redditi e al patrimonio dell’obbligato.

Il diritto alla percezione dell’assegno, il cui ammontare è soggetto a rivalutazione in base ai criteri automatici di adeguamento stabiliti nella sentenza, cessa quando il coniuge al quale è stato attribuito si risposa con un’altra persona o muore.

Se invece muore il coniuge obbligato a corrispondere l’assegno di mantenimento, e l’altro coniuge si trova in stato di bisogno, l’autorità giudiziaria può stabilire un assegno periodico a carico dell’eredità.

Quando richiedere l’assegno di mantenimento?

L’assegno di mantenimento viene di solito richiesto quando:

• il coniuge che ha in affidamento il figlio non riesce a fare carico di tutte le spese che ha esso servono per il mantenimento, e quindi fa richiesta al giudice di richiedere all’altro coniuge di versare l’assegno di mantenimento.
• il giudice durante la sentenza di divorzio ordina l’altro coniuge di pagare l’assegno periodico ogni mese.

É da ricordare che l’assegno di mantenimento non viene solo corrisposto a favore dei figli ma anche a favore del coniuge separato.

Quando richiedere l’assegno di mantenimento per il coniuge?

L’assegno di mantenimento per il coniuge viene richiesto quando:

• uno dei due coniugi non possiede un reddito adeguato per poter avere un tenore di vita adeguato

L’assegno di mantenimento per il coniuge riguarda solo il diritto di alimenti, quindi una somma corrisposta solo per i limiti necessari per il suo sostentamento.

La somma da versare per l‘assegno di mantenimento viene calcolato in base ai bisogni che si hanno, quindi il giudice controlla il reddito, il fabbisogno di un figlio in base all’età e corrisponde la somma da versare.