Prestiti per autonomi, sono sicuri? Le criticità
Tra le varie categorie di lavoratori, quelli autonomi sono senza dubbio quelli che hanno maggiori difficoltà ad avere accesso al credito. In che modo questi possono avere un prestito?
Riuscire ad ottenere un finanziamento per questa tipologia di lavoratori non è affatto semplice, dal momento che l’unica garanzia che si può prestare all’istituto di credito è il proprio lavoro, il cui reddito si evince dalla dichiarazione dei redditi.
Le banche, nel momento in cui si interfacciano con un lavoratore autonomo, si fanno diverse domande: che succede se si infortuna? O se dovesse vivere un periodo negativo?
Come potrà affrontare il rimborso delle rate? Per convincere l’istituto di credito a concedere il finanziamento, il lavoratore autonomo deve dare risposte convincenti.
Per farsi accettare la domanda di prestito, il lavoratore deve dimostrare di avere una buona storia creditizia (no segnalazioni come cattivo pagatore, ad esempio), magari fornire un buon garante, avere un’assicurazione sulla vita (è sempre utile dimostrare di essere previdenti con una copertura assicurativa) e iniziare chiedendo piccole somme, come ad esempio 5000 euro o importi minori da rimborsare in 12-24 mesi.
Se in passato hai già richiesto un prestito e ti sei trovato in difficoltà nel rimborsarlo: nel caso in cui tu sia addirittura segnalato come cattivo pagatore per non aver avuto modo di pagare le rate, diventa davvero difficile poter chiedere ulteriormente un prestito.
Chi è nel registro CRIF (registro dei cattivi pagatori che riporta la storia creditizia di tutte le persone che hanno almeno richiesto un prestito personale) difficilmente avrà accesso al credito, se la valutazione è negativa con rate saltate o pagate in ritardo.
Oltre alla segnalazione come cattivo pagatore, anche quella come protestato è particolarmente grave nell’ottica di avere un prestito.
Praticamente sono segnalazioni equivalenti e per il lavoratore autonomo significa possibilità di avere un prestito ridotte al lumicino. Se sei stato segnalato come cattivo pagatore, l’unico modo per poter fare domanda di prestito se sei un lavoratore autonomo sono le cambiali.
A differenza dei prestiti, con i finanziamenti per autonomi si indicano quelli concessi con finalità aziendale.
Ad esempio, prendiamo la figura di un artigiano, che riceve un finanziamento per acquistare dei macchinari da usare per la sua attività, o per acquistare un determinato immobile.
Altro caso è quello del libero professionista, che ottiene dei finanziamenti per poter pagare l’acquisto di un bene materiale o immateriale da utilizzare, come ad esempio un software di un certo livello.
La grande distinzione è questa: i prestiti personali sono da utilizzare a livello appunto personale, mentre i finanziamenti vengono utilizzati a livello professionale.
Tra le varie tipologie di finanziamenti abbiamo quelli per le nuove imprese, per l’imprenditoria femminile, europei e agevolati a fondo perduto.
Detto questo, come riuscire ad avere un prestito personale se si è disoccupati? Per chi possiede una piccola rendita, immobiliare o finanziaria, è possibile richiedere un prestito presso un istituto di credito presentando appunto come garanzia quella rendita.
Trattandosi di un prestito con garanzie di tipo pignoratizio, i costi di apertura, gestione della pratica e interessi applicati saranno alti.
Per i lavoratori in nero (qui le conseguenze a cui stare attenti) la situazione diventa più complessa e difficile: l’unica opzione è quella di riuscire a trovare una garanzia alternativa (ovvero: la firma di un garante).
I costi rimangono comunque alti, sia per l’apertura del prestito che per la sua gestione.
Dunque, in Italia riuscire ad ottenere un prestito senza busta paga è difficile, ma secondo il sito dedicato è possibile, soprattutto per chi svolge un lavoro autonomo: avere un prestito personale piccolo non è un’impresa, se si può dimostrare di avere le carte in regola per restituire i soldi prestati.